Articolo Il mondo animale Curiosità
Il letargo delle tartarughe terrestri freccedomenica 27 ottobre 2013      


Il letargo per le tartarughe terrestri, animali eterotermi che sempre più sono presenti nelle nostre abitazioni, rappresenta una fase fisiologica della propria esistenza. Inizia, in genere, dal mese di ottobre e termina verso marzo-aprile, quando la temperatura esterna inizia ad innalzarsi nuovamente. Le tartarughe, dunque, come tutti i rettili, nel momento in cui avvertono che le condizioni climatiche si irrigidiscono e che il freddo diventa per loro pungente, cosa che avviene quando si scende al di sotto dei 15°C, iniziano a cercarsi un luogo riparato, dove potersi sistemare per tutto il periodo invernale, così da proteggere la loro temperatura corporea minima vitale.

In natura, perciò, questi animali tendono a scavare delle buche, in cui seppellirsi almeno parzialmente, ma quando sono in appartamento come è possibile aiutarli ad andare comunque in letargo, senza causare loro danni fisiologici irreparabili? Sembra, infatti, che una pausa sia indispensabile alle tartarughe per rafforzare le proprie difese immunitarie, per il rilascio ormonale e per favorire la maturazione delle cellule riproduttive, che saranno, poi, indispensabili nei mesi caldi per garantire l’accoppiamento e la sopravvivenza stessa della specie.

Come prima cosa, quando si trovano in appartamento, è necessario, allora, lasciare le nostre piccole amiche digiune per circa dieci giorni prima di far iniziare loro il letargo, così che possano svuotare completamente il loro apparato gastrointestinale, evitando il rischio di fermentazioni che potrebbero essere fatali nel periodo del sonno. In previsione di tale digiuno e di quello del letargo stesso, è bene tuttavia alimentare abbondantemente le tartarughe nei giorni precedenti, in modo tale da farle arrivare ricche di scorte metaboliche al periodo di latenza. Dopo di che si abbasserà gradualmente la temperatura ambientale, fino a farla scendere al di sotto dei 15°C e si ridurranno le ore di luce a disposizione della tartaruga, la quale dovrà, pertanto, essere messa in questa fase in un terrario o in una stanza, al cui interno è possibile controllare tali parametri.

Nel caso specifico delle tartarughe di terra, una volta raggiunte le condizioni ottimali, è sufficiente poi mettere la nostra piccola amica in una cassetta poco più grande del suo corpo, ripiena di terriccio, foglie e paglia, e porre tale cassetta in un ambiente ben areato, a una temperatura compresa tra i 5 e i 10°C. Pericolosi in questo periodo sono, infatti, gli sbalzi di temperatura e la disidratazione, che porterebbero a morte l’animale, per cui è bene accertarsi che, per tutto il periodo del letargo, la posizione scelta per la cassetta sia proprio quella giusta e, eventualmente, bagnare con un nebulizzatore la terra, se ci si accorge che è diventata troppo secca. Quando arriva la primavera, per risvegliare le tartarughe basta riportare la cassetta in casa o aumentare la temperatura all’interno del terrario, ma sempre in modo graduale.

Infatti, il risveglio è un momento molto delicato per questi animali, che hanno il sistema immunitario sopito e devono riprendere lentamente tutte le proprie funzioni vitali. La prima cosa da fare è un bel bagnetto con acqua tiepida a circa 28°C, in cui sciogliere un cucchiaio di sale, che aiuta la reidratazione delle tartarughe; qui queste ultime vanno lasciate per circa trenta minuti e poi vanno risciacquate con acqua dolce, mantenendo sempre la stessa temperatura. Se le nostre amiche non appaiono stressate, si può iniziare a proporre loro del cibo, preferibilmente verdure quali cicoria o radicchio, e mantenere un regime alimentare costante, in modo tale da evitare l’insorgenza di un’anoressia post letargo. Se, invece, notiamo che la tartaruga appare sofferente o, comunque, non ci sembra in buona forma fisica, bisogna immediatamente chiedere aiuto al nostro veterinario di fiducia.

E sempre al veterinario è indispensabile, in ogni caso, rivolgersi prima di far iniziare il processo di letargo alle nostre piccole amiche, perché nel caso di soggetti malati, di animali molto giovani o non ben ambientati, perché arrivati da poco nelle nostre abitazioni, il periodo di latenza potrebbe anche rivelarsi controproducente, se non addirittura letale. Quindi, ottobre sta volgendo al termine ed è giunta l’ora di accompagnare le tartarughe verso il loro riposo. Prepariamole al meglio, in modo tale che in primavera siano di nuovo pronte, insieme a noi, a dare il ben tornato alla stagione calda. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Sabrina  Rosa - vedi tutti gli articoli di Sabrina  Rosa



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Iniziare con lo sgusciare i pistacchi, tritarli sul tagliere con il coltello e metterli da parte.
Rompere le uova in una ciotola, unire sale, ....
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In natura, perciò, questi animali tendono a scavare delle buche, in cui seppellirsi almeno parzialmente, ma quando sono in appartamento come è possibile aiutarli ad andare comunque in letargo, senza causare loro danni fisiologici irreparabili? Sembra, infatti, che una pausa sia indispensabile alle tartarughe per rafforzare le proprie difese immunitarie, per il rilascio ormonale e per favorire la maturazione delle cellule riproduttive, che saranno, poi, indispensabili nei mesi caldi per garantire l’accoppiamento e la sopravvivenza stessa della specie.

Come prima cosa, quando si trovano in appartamento, è necessario, allora, lasciare le nostre piccole amiche digiune per circa dieci giorni prima di far iniziare loro il letargo, così che possano svuotare completamente il loro apparato gastrointestinale, evitando il rischio di fermentazioni che potrebbero essere fatali nel periodo del sonno. In previsione di tale digiuno e di quello del letargo stesso, è bene tuttavia alimentare abbondantemente le tartarughe nei giorni precedenti, in modo tale da farle arrivare ricche di scorte metaboliche al periodo di latenza. Dopo di che si abbasserà gradualmente la temperatura ambientale, fino a farla scendere al di sotto dei 15°C e si ridurranno le ore di luce a disposizione della tartaruga, la quale dovrà, pertanto, essere messa in questa fase in un terrario o in una stanza, al cui interno è possibile controllare tali parametri.

Nel caso specifico delle tartarughe di terra, una volta raggiunte le condizioni ottimali, è sufficiente poi mettere la nostra piccola amica in una cassetta poco più grande del suo corpo, ripiena di terriccio, foglie e paglia, e porre tale cassetta in un ambiente ben areato, a una temperatura compresa tra i 5 e i 10°C. Pericolosi in questo periodo sono, infatti, gli sbalzi di temperatura e la disidratazione, che porterebbero a morte l’animale, per cui è bene accertarsi che, per tutto il periodo del letargo, la posizione scelta per la cassetta sia proprio quella giusta e, eventualmente, bagnare con un nebulizzatore la terra, se ci si accorge che è diventata troppo secca. Quando arriva la primavera, per risvegliare le tartarughe basta riportare la cassetta in casa o aumentare la temperatura all’interno del terrario, ma sempre in modo graduale.

Infatti, il risveglio è un momento molto delicato per questi animali, che hanno il sistema immunitario sopito e devono riprendere lentamente tutte le proprie funzioni vitali. La prima cosa da fare è un bel bagnetto con acqua tiepida a circa 28°C, in cui sciogliere un cucchiaio di sale, che aiuta la reidratazione delle tartarughe; qui queste ultime vanno lasciate per circa trenta minuti e poi vanno risciacquate con acqua dolce, mantenendo sempre la stessa temperatura. Se le nostre amiche non appaiono stressate, si può iniziare a proporre loro del cibo, preferibilmente verdure quali cicoria o radicchio, e mantenere un regime alimentare costante, in modo tale da evitare l’insorgenza di un’anoressia post letargo. Se, invece, notiamo che la tartaruga appare sofferente o, comunque, non ci sembra in buona forma fisica, bisogna immediatamente chiedere aiuto al nostro veterinario di fiducia.

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